Hansel e Gretel


Hansel e Gretel
Di Roberto Anglisani e Liliana Letterese
Con Liliana Letterese e Andrea Lugli
Regia di Roberto Anglisani
Musiche Stefano Sardi
Elementi scenografici Enrico Zambianchi

Una casa al limitare del bosco, una famiglia in difficoltà. Due bambini, soli davanti ad una realtà dura e al bisogno urgente di diventare grandi. Ecco i protagonisti di questa fiaba antica, una fiaba che, attraverso un’affascinante simbologia, ci conduce alla conquista di uno straordinario tesoro.


Con “Hansel e Gretel” prosegue un percorso di ricerca sulla fiaba classica e contestualmente un lavoro sulla tecnica della narrazione a due voci. Attraverso l’uso della parola e della essenzialità del gesto abbiamo cercato di trasferire intatti i molteplici significati di una fiaba che da sempre parla alle nostre corde più profonde, capace di avvincere grandi e piccoli con il racconto di un processo di crescita che necesariamente è costellato di difficoltà e di un rapporto con una cruda realtà che si può vincere. Lo spettacolo utilizza principalmente la tecnica del racconto orale, con la sua essenzialità ed immediatezza, nel tentativo di cogliere l’essenza più profonda del racconto, con pochi oggetti e costumi, lasciando alla voce e al corpo tutta la loro forza evocativa.

 

SCHEDA TECNICA

  • Anno produzione: 2014
  • Fascia d’età: dai 6 anni
  • Durata: 50′ circa
  • Tecnica utilizzata: teatro di narrazione
  • Carico elettrico richiesto: 12 KW
  • Spazio scenico minimo: mt. 6x4x3

SCHEDA DIDATTICA

LA TRAMA

Nel silenzio della notte Hansel e Gretel odono le voci dei genitori. Bisbigliano, sussurrano: l’indomani li porteranno nel bosco e poi li abbandoneranno. Ma Hansel, il più grande dei due, ha la soluzione pronta: con coraggio e sfidando le tenebre scivola fuori di casa e raccoglie tanti sassolini bianchi che segneranno la strada del ritorno a casa. E il giorno dopo le cose vanno come previsto. Tutto pare tornato a posto, tutto come prima. Ma è solo un’illusione. Qualche tempo dopo la storia si ripete, ma questa volta l’astuzia dei genitori si è affinata e Hansel non può raccogliere i sassi perché trova la porta di casa sbarrata. Le briciole di pane che sparge sul sentiero non sono una grande idea. Gli uccelli del bosco se le mangiano. I due bambini non ritrovano più la strada di casa. Inizia per loro un percorso nuovo e inatteso, irto di prove e pericoli. Prima vagano senza meta nel bosco, poi, guidati da un candido uccellino, giungono in una radura dove si trova la casa della strega. Appare improvvisamente tra gli alberi e non è una casa come le altre, non è di pietra o mattoni, niente dure tegole o legno. É fatta di pane e focaccia, di marzapane e zucchero trasparente, tutta da mangiare. Insomma, la casa dei loro sogni. La vecchina che li accoglie sembra buona, sembra soddisfare ogni loro desiderio e i bambini credono di essere in paradiso. Ma la vecchina è una strega cattiva ed ha un unico desiderio: mangiarsi i due bambini. Ora Hansel e Gretel sono di fronte alla loro prova più grande, una prova di crescita e di indipendenza che dovranno superare da soli, contando solo sulle loro forze.

I SIMBOLI DI UNA FIABA

Ogni fiaba ci dona un tassello di esperienza nel cammino della vita. Italo Calvino, in un celebre passo di presentazione del suo libro “Fiabe Italiane”, scriveva: “Le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata fino a noi. Sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna”. E “Hansel e Gretel” non fa eccezione. Le sue fonti di ispirazione sono antichissime e si fanno risalire ai miti, (in particolare a quello di Teseo, che segna la strada nel labirinto col filo di Arianna) ed ai riti di iniziazione, nei quali i ragazzi venivano lasciati nel bosco per suggellarne il passaggio all’età adulta. Passando per il Pollicino scritto da Perrault nel 17mo secolo, la storia dei bambini che si smarriscono si è sviluppata ulteriormente attraverso le varie versioni diffuse in diversi nazioni (in Italia la più conosciuta è quella intitolata “Buchettino”) e continenti (tra cui una versione africana di Pollicino riportata da Paul Radin). E’ innegabile che la vicenda di due genitori che abbandonano i figli può sconcertare o quantomeno suscitare qualche immediata perplessità ed in passato per questo sono sorti accesi dibattiti tra difensori e detrattori di questa fiaba, ma in realtà “Hansel e Gretel” parla nella sua essenza di un processo di crescita, e lo fa attraverso il linguaggio tipico delle fiabe, quello che i bambini meglio comprendono, e cioè il linguaggio dei simboli. Simboli suggestivi come il bosco, ovvero il luogo magico del possibile, un topos letterario per eccellenza nel quale ci aspettiamo che accada qualcosa di sconvolgente, luogo dello smarrimento e dell’ignoto per antonomasia, ove regnano le leggi della natura, ma in questo caso anche il luogo che dona la vita. Simboli che rimangono indelebili nella memoria come la casa di marazapane, individuata come metafora dell’avidità orale e del suo irresistibile desiderio di assecondarla, che conduce i protagonisti a regredire ad una condizione di dipendenza e li porta vicini alla catastrofe. Simboli peculiari delle fiabe come la strega, ovvero il personaggio che, in quanto alter ego della madre cattiva, ne raduna in sé e ne esorcizza tutti gli aspetti negativi. Simboli che ognuno di noi, a qualsiasi età, può ritrovare e interpretare diversamente, in relazione al suo personale processo di crescita o di maturazione, al suo peculiare percorso esistenziale. Simboli diversi e numerosi, pur all’interno di una fiaba tra le più realistiche, nella quale due bambini se la cavano da soli, senza fate e senza oggetti magici, senza filtri o incantesimi, due bambini che, di fronte alla realtà, trovano la strada per diventare grandi.

L’IMPORTANZA DELLE FIABE

Con “Hansel e Gretel” dei fratelli Grimm la nostra scelta si è rivolta di nuovo alla messinscena di una fiaba classica attraverso la tecnica della narrazione a due voci. E questo perché crediamo che sia grande il valore che questo genere di racconti ha per i bambini e che nulla possa essere in grado di arricchirli e divertirli come le fiabe classiche e quelle popolari e perché riteniamo il racconto il mezzo più diretto e coinvolgente per comunicare i preziosi insegnamenti contenuti nelle fiabe. I bambini amano le fiabe perché in esse riconoscono il tesoro di insegnamenti che esse contengono. Poiché esse parlano il loro linguaggio, i bambini ne comprendono appieno i preziosi significati a livello conscio ed inconscio. Nelle fiabe le situazioni e i personaggi sono nettamente tratteggiati, sono tipici anziché unici ed i particolari di secondaria importanza sono eliminati. La fiaba aiuta il bambino a stimolare l’immaginazione, a sviluppare l’intelletto, a chiarire le emozioni, ad armonizzarsi con le sue ansie e aspirazioni, a riconoscere appieno le difficoltà che incontra nella vita quotidiana. Nel contempo suggerisce soluzioni ai problemi che lo turbano e questo senza mai sminuirne la gravità e l’importanza. La fiaba ha, inoltre, un tipo di svolgimento che si conforma al modo in cui il bambino percepisce il mondo. Problemi e suggerimenti sono posti in forma simbolica, ma in modo chiaro e conciso, sono proposti come fenomeni psicologici interiori che permettono al bambino di afferrare i problemi nella loro forma più essenziale. Il bambino comprende con chiarezza che la fiaba non parla il linguaggio della realtà concreta, ma gli suggerisce un viaggio nella mente e nel mondo del fantastico. Capisce che, benché irreali, le fiabe non sono false e che, sebbene quanto vi è narrato non avvenga nella realtà, deve avvenire come esperienza interiore e come uno sviluppo personale teso all’acquisizione di un’esistenza indipendente, più matura. Grazie, poi, all’identificazione con l’eroe, il bambino immagina di sopportare da solo dure prove e tribolazioni, e questo gli consente di conoscersi, di sviluppare la propria personalità e di trovare le proprie soluzioni ai problemi esposti. La fiaba lascia infatti al bambino, di qualsiasi età esso sia, ogni decisione; sarà suo compito cogliere a tempo debito i significati nascosti che possono riferirsi alla sua esperienza di vita e al suo presente stadio di sviluppo personale. Vivendo così in empatia con l’eroe, il bambino trae dalle fiaba una comprensione intuitiva, subconscia della propria natura e di ciò che il futuro può avere in serbo per lui se svilupperà le sue potenzialità positive. Egli avverte, grazie alla fiaba, che la condizione di essere umano in questo nostro mondo comporta l’accettazione di ardue prove. Ma l’incontro di meravigliose avventure ed un finale sempre felice gli insegnano che lasciarsi andare alla fantasia non è dannoso e che gli sforzi, l’applicazione, la generosità e l’impegno, se ci sono, saranno premiati.

LE TECNICHE E I LINGUAGGI UTILIZZATI

Noi crediamo che ogni essere umano, di qualsiasi età, abbia diritto alla fiaba, a godere dei suoi messaggi e del piacere di sentirsela raccontare, di lasciarsi coinvolgere, trascinare ed emozionare dal racconto. Per questo abbiamo lavorato e lavoriamo quotidianamente su tecniche narrative di grande impatto visivo ed emozionale, alla ricerca continua di modalità sempre più raffinate, capaci di coinvolgere ed affascinare il pubblico senza annoiarlo mai. Con il supporto di pochi oggetti e scenografie essenziali, esploriamo le possibilità degli strumenti più puri e semplici nelle mani del narratore: della voce singola come del racconto a due voci, dell’uso del corpo e delle sue capacità espressive e di accompagnamento della parola. Perché la parola, così raccontata, giocando da una bocca all’altra, rimbalzando da un corpo all’altro, faccia emergere tutti i significati della fiaba, ma senza alterare le possibilità creative e immaginifiche del bambino. Attraverso il racconto, le immagini vengono, infatti, create ed elaborate direttamente dalla mente e dalla fantasia dello spettatore, senza mediazioni, in un contatto diretto con il proprio io, con il proprio vissuto, il proprio immaginario. La magia del teatro, la sua capacità di fascinazione, di creare situazioni credibili o addirittura di ricreare la realtà stessa dal nulla, raggiungono il loro livello più elevato mediante un coinvolgimento ed un rapporto stretto tra attore e pubblico, un dare e ricevere continuo e reciproco, che fanno della narrazione la forma spettacolare “interattiva” per eccellenza. Crediamo che per combattere il dilagare di immagini preconfezionate, che ottundono la nostra mente e la nostra fantasia, nulla sia più attuale ed insostituibile di una forma di comunicazione che evoca tempi antichi. Quando la tecnologia allontana e rende sempre più flebili i rapporti umani, il rito eseguito dalle persone che si radunano attorno alle parole, ai gesti e ai silenzi assume una forza ed un importanza al di là del tempo.

GLI APPROFONDIMENTI POSSIBILI

Provate ad immaginarvi nei panni di Hansel e Gretel. Che cosa fareste per evitare di andare nel bosco? Come fareste per ritrovare la via di casa? Come vorreste difendervi dalla strega? Cosa faranno secondo voi Hansel e Gretel con il tesoro della strega una volta tornati a casa alla fine della storia?