Il sogno di tartaruga


Il sogno di tartaruga
Testo: Liliana Letterese
Regia: Andrea Lugli
Musiche: Mauro Pambianchi e Stefano Sardi
Pupazzi: Chiara Bettella, Liliana Letterese, Andrea Lugli

Tartaruga fece un sogno. Sognò un albero che si trovava in un luogo segreto. Sui rami dell’albero crescevano tutti i frutti della terra: banane, datteri, noci di cocco, meloni, miglio, patate dolci, manioca e tanti altri.

Tartaruga raccontò il suo sogno agli altri animali, ma tutti risero. “E’ solo un sogno”, dicevano. “No”, replicò Tartaruga,” sono sicura che esiste davvero. Andrò da Nonna Koko e lei saprà dirmi dove cresce”. “Aspetta! Andrò io, tu sei troppo lenta!”, disse la scimmia. E si mise in viaggio.

Ma ai sogni occorre credere fino in fondo perché si avverino. E soprattutto non bisogna avere fretta! Tartaruga tutto questo lo sa molto bene. E Tartaruga aspettò con la sua nota pazienza, così alla fine…


Il racconto di questo albero meraviglioso viene dall’Africa, un continente che tutti sogniamo, una terra che immaginiamo piena di colori, di suoni e ritmi, di una natura esuberante e vitale. Ed è così che vogliamo raccontare la storia, con vivacità e tanta musica, come in un sogno.

I protagonisti sono gli animali della savana, rappresentati da pupazzi animati a vista. Le musiche sono eseguite dal vivo su ritmi e strumenti africani, con tutta la loro carica di energia, capace di coinvolgere gli spettatori di tutte le età.


 

SCHEDA TECNICA

  • Produzione 2002
  • Fascia d’età: 4-10 anni
  • Tecnica utilizzata: Teatro d’attore e pupazzi animati a vista. Musica dal vivo su strumenti etnici
  • Spazio scenico MINIMO: mt. 6x4x3
  • Esigenze tecniche: carico elettrico MINIMO 3 kw

 

PREMIO MARIA SIGNORELLI 2008-2009 RASSEGNA NAZIONALE TEATRO RAGAZZI “OLTRE LA SCENA” TEATRO VERDE – ROMA

PREMIO “GIANNI RODARI” PER IL TEATRO RAGAZZI 2010 FESTIVAL NAZIONALE DI TEATRO RAGAZZI “LUCCIOLE E LANTERNE” – ROMA

VINCITORE DEL PREMIO FESTIVAL INTERNAZIONALE ENFANTHEATRE AOSTA 2010/2011

SCHEDA DIDATTICA

Diversi motivi ci hanno fatto apprezzare subito questa storia e decidere di farne uno spettacolo teatrale.

“Il sogno di Tartaruga” è innanzitutto una storia di animali. Gli animali, oltre a catturare immediatamente la curiosità e la simpatia dei bambini, rappresentano un elemento fondamentale della fiaba, nel quale ci si identifica, oppure di cui si ha paura o che si investe di poteri straordinari e diventa benefattore o elemento magico. (vedi Propp: Morfologia della fiaba). In questo caso Tartaruga diviene elemento di identificazione come personaggio positivo: come i bambini Tartaruga ha tanti amici, Tartaruga sogna, anche i bambini sognano…

Ma soprattutto questa storia parla di un grande sogno da realizzare. Ci insegna a credere fortemente nei nostri sogni, a lottare per essi, soprattutto se questi sogni sono rivolti al bene non solo nostro, ma di tutti. Tartaruga camminerà, soffrirà, si batterà fino in fondo e, pur con qualche momento di sconforto, alla fine la sua tenacia sarà giustamente premiata.

Lo spettacolo IL SOGNO DI TARTARUGA inoltre consente diversi piani di lettura e proposte di lavoro agli insegnanti e ai bambini sia della scuola elementare che materna. Le proposte che elenchiamo di seguito sono state in parte elaborate in collaborazione con le insegnanti delle scuole materne ed elementari, che hanno utilizzato questa storia e questo spettacolo come progetto di lavoro per l’intero anno scolastico.

Educazione musicale

La musica gioca un ruolo fondamentale nella nostra messinscena, accompagnando ogni momento saliente della vicenda. I vari personaggi sono caratterizzati ognuno da un ritmo e un motivo musicale diverso.

Tutte le musiche sono eseguite dal vivo su strumenti musicali “etnici”, provenienti perlopiù dall’Africa, ma anche dall’Oceania, dall’Asia e dall’America del Sud. Ogni rappresentazione è seguita dall’illustrazione e spiegazione dei vari strumenti utilizzati, con il coinvolgimento dei bambini nell’esecuzione dei diversi ritmi già proposti durante lo spettacolo.

In particolare sono utilizzati questi strumenti musicali:

BALAPHON: xilofono africano con alcune zucche come amplificatori del suono, (per il personaggio della Tartaruga)AFFUSCE’: grande zucca, avvolta in una rete di piccoli semi, che producono il suono per sfregamento. (per il personaggio dello Struzzo)

DJEMBE’: tamburo di legno e pelle di capra (per il personaggio della Scimmia)

TAMBURO A FESSURA: grande canna di bambù, percossa con assicelle di legno (per il personaggio della Iena)

NDENGHE: scatola di legno con bastoncini di diversa lunghezza e spessore, che vengono pizzicati producendo un suono molto dolce (per il personaggio di Nonna Koko)

KALIMBA: zucca vuota con alcune lamelle metalliche (per il personaggio di Nonna Koko)

GOKAGUI: campanaccio metallico a due suoni (per il personaggio della Iena)

FLAUTO DOLCE: (per il personaggio della Farfalla)

BENA: piccolo flauto sardo a due canne (per il personaggio della Farfalla)

Inoltre vari tipi di CAVIGLIERE, fatte di materiali naturali come semi di carruba (dall’Africa), SONAGLIERE con unghie di capra (dal Perù), legno intrecciato e semi (dall’Africa).

Educazione ambientale

Ma vi è un altro protagonista nella storia: L’ALBERO. Un albero generoso, carico di frutti che gli animali mangeranno. E da sempre l’albero è un elemento naturale di grande forza e fascino, venerato e rispettato in tutte le culture e oggi al centro di grandi discussioni di carattere ambientale.

Nella nostra storia l’albero è la fonte della vita, ciò in cui occorre credere fino in fondo, è il sogno da realizzare perché ci sia la felicità. E Tartaruga è il personaggio che crede nella forza dell’ albero. Non a caso la saggezza della Tartaruga è legata alla sua lentezza, si direbbe quasi una saggezza antica, perché Tartaruga è lenta in un mondo che tende ad andare di fretta e a dimenticare alcuni valori fondamentali, soprattutto quelli legati alla salvaguardia dell’ambiente.

Sappiamo bene come la deforestazione del pianeta rappresenti uno dei più allarmanti problemi di oggi e come questo fenomeno riguardi in particolare alcune regioni come l’Amazzonia e l’Africa centrale. Il legname così procurato prende la rotta dei paesi occidentali ricchi, spesso solo per soddisfare le nostre richieste di cose superflue.

Educazione alla diversità

La storia dell’albero magico viene dall’Africa centrale, una regione lontana e diversa, piena di suggestioni, che ci chiama alla memoria ritmi e colori, una natura esuberante e spesso crudele, immagini lontane ma dal forte richiamo. Una storia ambientata nella savana, un tipo di ecosistema particolare dell’Africa nera, con flora e fauna peculiari, e protagonisti sono proprio i tanti animali che popolano la savana, animali che non siamo soliti vedere se non sui libri o nei documentari televisivi, ma capaci di attirare subito la curiosità di tutti.

La storia evoca inoltre concetti come il caldo e la fame che subito chiamano alla mente l’Africa e le sue problematiche.

Ma questa fiaba ci pone a contatto con una cultura legata a valori antichi, dove gli animali parlanti si trovano molto spesso come fonte di saggezza e di insegnamento, dove gli anziani sono ancora portatori della conoscenza, dove la musica scandisce i tempi e i momenti fondamentali nella vita degli uomini.